#expatimbruttito

Io che vivo all’estero e ho paura di volare

Written by Monica Italia

“Certo che sei messa bene con la vita che fai”

Così mi sento spesso apostrofare quando confesso la mia malcelata paura di volare. Come se vivere a migliaia di km dalla madre patria mi vaccinasse dalla paura dell’aereo!
Magari!

Ma non sono sempre stata cosi!

Un tempo prendevo 3 aerei a settimana per lavoro, leggevo il giornale durante il volo e non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello di guardare le previsioni del tempo prima di imbarcarmi.
Il pilota poi non lo ascoltavo mai, non come ora che mi metto letteralmente “in cuffie” per capire se pronuncia la parola ‘turbolence or rough air”, versione edulcorata della stessa cosa (ma a noi fifoni del volo non  fa star meglio, ve lo volevo dire, stimati piloti!).

Poi all’ improvviso tutto é cambiato. Ho iniziato ad aver paura.
E questo senza un episodio preciso, a meno che non vogliamo chiamarla “senilità ‘” o “perdita di neuroni a seguito di 3 gravidanze”.

A mia parziale discolpa, posso dire che non faccio scene o esclamazioni pazze quando viaggio con i bambini da sola, ma mi limito a tacere, a dissimulare, a rimanere zitta con la mia lingua felpata e fronte perlata.

Mio marito sostiene che i bambini lo abbiano capito, ma loro viaggiano sereni ed è questo quello che conta e spero che sia così per il resto della loro vita.

So che le statistiche sono contro di me. So che è il mezzo più sicuro del mondo. So che è tutto nella mia testa, ma io mi sento come Nanni Moretti nel film caro Caro Diario, quando va dal dottore per curare la sua ansia:
“Il dottore mi ha detto che tutto dipende da me… e se dipende da me sono sicuro che non ce la farò!”. E io rido ora quando visualizzo quello spezzone di film, perché mi immedesimo e di queste infondate fobie c’é solo da ridere , ma solo quando sono a terra sia chiaro…

Questa debolezza  mi da fastidio perché mi limita, proprio io paladina dello “stare bene mentalmente é una propria scelta” cado in questa trappola ogni singola volta che volo ormai.

Unica soluzione pratica per dominare questa ansia al momento é il bicchierone di birra o  vino a terra e a bordo.

Bicchierone  che  mi fa (a volte) guadagnare sguardi giudicanti dalla hostess.  Donna sola che viaggia con tre figli (di cui uno sotto i cinque) e che per giunta beve? Si, sono esattamente questo!

Questa storia però  deve finire. Mi sto informando per un corso on line per persone con la fobia del volo, ma temo che dica cose che so già: lavorare sulla propria mania di controllo, imparare tecniche di visualizzazione positiva, statistiche del volo… Purtroppo io so già tutto, ma sembra non aiutare.

Ditemi che non sono l’ unica, ma soprattutto ditemi come fate voi a guadagnare un po’ di serenità in volo.

E se c’è  qualche hostess, stewart, pilota all’ ascolto e avete qualche parola di conforto da offrire a questa povera tapina, fatevi avanti please. Aspetto fiduciosa le vostre testimonianze e trucchi del mestiere per viaggiare sereni!

Monica, India

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Author

Monica Italia

In giro per il mondo da 15 anni.
Mamma di 3 ragazzi, veri cittadini del mondo
Abbiamo vissuto in UK, USA e INDIA.
Mi occupo di consulenza HR, formazione manageriale e insegno in programmi MBA.
Sono un Executive Coach and Mentor certificato con ICF (Federazione Internazionale Coaching) e ho un master in Neuroscience.
Credo nel life long Learning…perchè la vita ci plasma con ció che viviamo e ciò che studiamo

2 Comments

  • Io non ho paura nel senso che racconti, ma ho sviluppato ultimamente una sorta di claustrofobia verso i mezzi di trasporto e allergia alle grandi distanze … do la colpa all’indigestione di voli degli ultimi anni!! Coraggio

  • Ciao Monica!
    con un fidanzato controllore del traffico aereo e amici piloti non posso permettermi quest’ansia altrimenti verrei messa al rogo!
    ti confesso che però a volte se sono in luoghi angusti o troppo affollati mi prende l’ansia immaginando scene di panico in cerca di una via di fuga.. e l’ultima volta mi è successa proprio in volo..fortunatamente ero seduta sull’uscita di emergenza per cui il dubbio è svanito subito (..fortuna che non mi son chiesta DOVE sarei finita uscendo!).
    In ogni caso credo che per quanti consigli ti vengano dati, sia una situazione psicologicamente difficile da contrastare.
    “Vivendoci in mezzo” posso dirti che ci sono sistemi di sicurezza e persone competenti che vegliano su chi viaggia 24/7; persone abituate a lavorare sotto stress e vigili in caso di imprevisti, che seguono corsi e vengono addestrati per fare quello che fanno.
    Pensa che anche a loro turbolenze e temporali non fanno certo piacere, anzi sono una gran seccatura, per cui faranno di tutto per evitarli o per ‘ballare’ il meno possibile, tu devi solo concentrarti sulla destinazione che stai per raggiungere e provare a rilassarti… oppure come alternativa puoi diventare pilota tu!! 😉

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